Alle origini del museo vi è un decennio di attività dell’associazione culturale “Manfredo Giuliani” di Villafranca, dedita alla ricerca etnografica relativa alla Lunigiana.
Campo di ricerche e studi di questo sodalizio, fondato da Germano Cavalli, erano le condizioni socioeconomiche, il livello culturale, le credenze, le tradizioni,gli usi ed i costumi delle popolazioni lunigiane. Studi e ricerche che prendevano in esame anche i reperti materiali e le testimonianze oggettuali viste come oggetti-sedimento di quella cultura, di quegli usi e di quei costumi. In Lunigiana la ricerca etnografica vantava (e vanta) già dalla fine dell’Ottocento illustri cultori che hanno elevato questo tipo di studi dall’aneddotica alla scienza. Agli inizi del Novecento a La Spezia Giovanni Sittoni e Giovanni Podenzana fondarono la rivista “Archivio per la psicologia e l’etnografia della Lunigiana”, ancora oggi prezioso strumento di lavoro e di consultazione per i moderni ricercatori. Alla rivista collaborarono studiosi del calibro di Ubaldo Mazzini, Ubaldo Formentini, Manfredo Giuliani. Ben presto seguì la fondazione della Raccolta Etnografica della Lunigiana, allestita presso il Museo Civico di La Spezia, recentemente riallestita ed ulteriormente valorizzata. Le ricerche della “Giuliani”portarono all’individuazione di tre zone di caratterizzazione etnografica della Lunigiana sulle quali più che le situazioni politiche che si sono avvicendate (determinate soprattutto da Firenze, Milano e Genova) hanno influito la tendenza all’autoconservazione autarchica di quest’area cosi marginale della Toscana che si incunea tra l’Emilia e la Liguria. Queste zone sono: la Bassa Lunigiana e la zona costiera, caratterizzata storicamente da un’economia agricola cui si affianca, a partire dal secolo XII, una forte presenza marmifera e, successiva mente, anche marinara; la Media Lunigiana, con economia agricola supportata da forme di artigianato e di commercio complementari al mondo dell’agricoltura; l’Alta Lunigiana, con attività agro-silvo-pastorali e piccole industrie localizzate nei centri di maggiore importanza.
Ciascuna di queste zone (fortemente chiuse e conservative ad eccezione della cosmopolita Carrara) ha prodotto “oggetti di uso” (secondo la felice intuizione di Manfredo Giuliani) frutto di un livellodi elaborazione che esclude la fantasia ed il simbolismo ed è improntata invece all’utile ed al pratico. I pezzi raccolti con competenza e passione, in anni ed anni di ricerca sul campo, hanno portato alla costituzione di una raccolta etnografica di tutto rispetto che prese forma museale nel
1977 con l’inaugurazione a Villafranca del Museo Etnografico della Lunigiana nei locali dell’ex mulino. Dal 1993 il museo si presenta rinnovato nell‘allestimento e nell’impiantistica ed ha visto aumentare gli spazi espositivi e di servizio.